Le Vie del Sogno.

Paul Gauguin, Egon Schiele, Marcello Mariani



Il viaggio dell’arte è la metafora dell’incessante propensione dell’uomo alla scoperta dell’altrove. 

Un nuovo terreno di confronto e di comprensione del reale, si scopre tra gli artisti del primo Novecento. 

Un fascino, non solo romantico, promana da territori lontani, siano essi mari inesplorati, oppure corpi osservati e ridisegnati, come mai prima, attraverso una virginale, emotiva, tensione espressionista. Le prefigurazioni del sogno, come unici strumenti conoscitivi, divengono terre immaginate, paesaggi evanescenti, orizzonti deformati dallo sguardo, su cui distendere i propri vaghi, onirici, illimitati, approdi umani.   

Da questo punto di osservazione delle esperienze esistenziali, alcune opere di Gauguin, di Schiele e di Mariani, rappresentano una sensibile, illimitata scia di percezioni immaginifiche della realtà, in solitaria continuità creativa; volta a lambire tre generazioni di artisti, non lontane tra di loro e prossime al segnare nuovi margini figurativi, tra le pieghe nascoste di evasioni sognanti, che oltrepassano il buon senso della ragione anticreativa.